Recensione Star Wars Il Risveglio della Forza


Premessa, questa mini recensione cerca di NON rovinare nessuna sorpresa del film, consiglio comunque di correre al cinema senza guardare più commenti vari su Internet e godere dello spettacolo oppure… leggete a vostro rischio e pericolo.

Dopo anni di attesa ci siamo di nuovo. L’universo creato da George Lucas (rivenduto alla Disney) si arricchisce di un nuovo episodio: Il Risveglio della Forza. Per l’occasione si sono fatte le cose in grande: sarebbe stato addirittura Spielberg a “suggerire” il nome di JJ Abrams (Lost, Star Trek, Mission Impossible III…) come “uomo giusto al posto giusto” per la regia, mentre a livello mediatico avrete notato che il “bombardamento” è stato notevole e onnipresente.

foto Star Wars Il Risveglio della Forza

Ma insomma, com’è il film? È bello? Si, molto. JJ Abrams e produzione sapevano che questo era uno di quei rigori che non si possono sbagliare per almeno due motivi: perché molti dei fan si erano disaffezionati dopo i “non riuscitissimi” prequel (quelli diretti da Lucas a cavallo tra il ’99 e il 2005) e perché l’investimento per acquisire i diritti e per il lancio pubblicitario è stato abnorme.

Certo il lavoro da svolgere per un “sequel” della trilogia originale era forse più semplice perché la presenza degli attori dei primi film (Harrison Ford, Carrie Fisher e Mark Hamill) era già una sorta di garanzia per il pubblico. Ma il casting stavolta è perfetto anche per quanto riguarda la nuova generazione, Disney infatti arricchisce il suo album con una nuova “principessa” (è chiaro che la scelta di un protagonista femminile deriva anche da necessità di marketing): Daisy Ridley nel ruolo di Rey che si rivela uno dei veri punti di forza di questa pellicola, una bellezza a metà tra Keira Knightley e Natalie Portman e il talento di recitare con gli occhi.
Altro fattore che ha aiutato la produzione a sfornare un film appetibile (e che ti fa desiderare di vederlo più volte), è stato poter studiare cosa NON era piaciuto dei prequel ai fan, nell’era dei social media le opinioni a cui attingere sono praticamente infinite. Quindi è tutto “perfetto” per un fan? Certo che no, immagino che qualche “fondamentalista” storcerà il naso per vari aspetti anche con questo capitolo.

foto Rey in Star Wars

Il nuovo cattivo, Kylo Ren, è un “Darth Vader” più giovane e complesso interpretato da Adam Driver (scelta originale, unica pecca, un po’ penalizzato dal nostro doppiaggio), molto azzeccato anche lo stormtrooper “pentito” Finn (John Boyega), meno sviluppato (per ora) il pilota Poe Dameron ovvero un Oscar Isaac totalmente diverso da come lo abbiamo visto in Ex Machina. Nel cast, vista la maestria con cui è stato animato, annovererei anche BB8, il nuovo droide di cui è facile innamorarsi come fu per Wall-e.

Fin dalle prime immagini si intuisce l’amore (e il rispetto) del regista per quel mondo ideato da Lucas, quello polveroso e arrugginito, parte del bagaglio culturale di chi era bambino nei primi anni ’80 e non solo, la doppia sfida implica però costruire un ponte verso nuove avventure, con nuovi personaggi e che possa interessare anche ai bambini cresciuti con produzioni televisive e videogiochi, scanditi da un ritmo molto diverso. *SPOILER* Almeno tre sequenze memorabili a livello registico e di fotografia (la dimostrazione della nuova arma dei “cattivi”, il sogno, il confronto con Kylo Ren) *FINE SPOILER* e tanti piccoli omaggi che i più attenti riconosceranno.

La sinergia tra vecchio e nuovo funziona, anche bene, forse con qualche forzatura e citazione di troppo alla trilogia originale (se vogliamo, vero punto debole dell’intera produzione) che qualcuno potrebbe interpretare addirittura come un approccio meno coraggioso rispetto alla rappresentazione futuristica e “scintillante” usata da Lucas per i prequel (che non gli portò molta fortuna, almeno come accoglienza dai più fedeli appassionati, complice l’eccessivo uso di cgi rispetto a location e set ‘veri’).

foto Kylo Ren

Il ritmo della sceneggiatura è ineccepibile, non un momento di noia e torna finalmente l’elemento che è mancato almeno nei primi due prequel: il pathos e con esso dialoghi che ci interessa seguire (sembra facile, eh?). Il finale cliffhanger (come del resto accadeva ne L’Impero Colpisce Ancora) ci fa aspettare con trepidazione l’episodio VIII di Star Wars che non vedrà però in cabina di regia JJ Abrams, chi dirigerà i prossimi episodi è già stato scelto (salvo sorprese). Per ora, agente Abrams… missione compiuta.

Rating: ★★★★☆